CD – Antiche corde d’Irlanda

Il progetto “Antiche corde d’Irlanda” è nato con l’idea di diffondere anche in Italia la conoscenza dell’arpa antica irlandese, un antico e bellissimo strumento che, dall’inizio del Medioevo fino alla fine del XVIII secolo veniva utilizzato da musicisti estremamente qualificati, di status elevato, chiamati nelle Corti o nelle grandi case per intrattenere i signori con le loro arie e lamenti ma anche per insegnare ai più giovani questa bellissima arte.


La sua tavola armonica era spesso intagliata da un unico tronco di legno di salice; le sue corde erano in ottone e il suono aveva una lunga risonanza che prevedeva una tecnica di smorzatura con le dita per far sì che il suono risultasse pulito e brillante. Per la maggior parte della sua storia veniva quindi suonato con le unghie e tenuto appoggiato sulla spalla sinistra.

Il più antico esemplare di arpa antica irlandese a noi conosciuto è al momento ubicato nella Biblioteca del “Trinity College” di Dublino e le sue forme sono diventate il simbolo d’Irlanda per eccellenza.

In questo CD ho il piacere di suonare un’arpa della Historical Harp Society of Ireland (http://irishharp.org/), copia della Downhill Harp conservata nel Museo della Guinness di Dublino. La Downhill Harp è stata costruita nel 1702 da Cormac O’ Kelly ed era l’arpa di Denis O’Hampsey (1695-1807), colui che contribuì in modo significativo alla trasmissione dell’antica tradizione gaelica.

La musica per arpa irlandese ha sempre avuto una tradizione orale, gli arpisti apprendevano i brani dai propri maestri e li insegnavano successivamente ai propri allievi.

Nel 1792 venne istituito a Belfast un Festival dedicato all’arpa irlandese; un tentativo per non far morire una tradizione secolare e per un rinnovato spirito patriottico. Si presentarono dieci arpisti irlandesi e un arpista gallese che per tre giorni si esibirono sul palco portando con loro tutta la tradizione arpistica appresa nelle loro carriere.
Ai piedi di questi arpisti, l’organista diciottenne Edward Bunting venne incaricato di trascrivere tutto quello che ascoltava senza modificarne nemmeno una nota.


Al termine del Festival, invece di concludere il lavoro, Bunting ne fece un progetto. Iniziarono così i suoi tour in giro per l’Irlanda, facendo visita agli arpisti o ad altri musicisti della tradizione, collezionò così centinaia di brani della tradizione e ne stampò poi una versione per pianoforte in tre volumi, che purtroppo non è fedele alle musiche da lui raccolte.

Il manoscritto 4.29, che ho consultato per quasi tutti i brani presenti in questo progetto, venne iniziato da Bunting proprio durante il Festival di Belfast nel 1792 e raccoglie la sua collezione di brani fino al 1805; questo prezioso manoscritto, uno dei pochi giunti fino a noi, è ora conservato nella Biblioteca della Queen’s University di Belfast e ancora oggi è la fonte più vicina agli ultimi arpisti della tradizione irlandese.

È proprio dal manoscritto 4.29 che nasce il progetto “Antiche corde d’Irlanda” i cui brani sono per la maggior parte mie trascrizioni da questo e altri manoscritti contenenti musiche per arpa irlandese.

Le melodie presenti sono la versione più vicina all’antica tradizione che possiamo avere perché non avevano intermediari: c’erano gli arpisti che suonavano e Bunting che li ascoltava.

Il mio lavoro è stato quello di ricostruire, confrontando diversi brani presenti nel manoscritto 4.29 che ci danno delle piccole indicazioni, come poteva essere l’accompagnamento del basso e cercare di non variare la linea melodica.

Ciò che ascolterete è quello che penso sia la versione più vicina all’antica tradizione, lasciandoci sempre un punto di domanda che diventa stimolo per altre ricerche e confronti.

Buon ascolto.

1 Codladh an Óigfhir [The Young Man’s Dream]

Bunting Collection – Queen’s University of Belfast

Questa aria irlandese potrebbe essere la versione più antica del canto Londonderry Air, ora conosciuto come Danny Boy. La sua melodia infatti ricorda molto il brano che noi tutti conosciamo e possiamo supporre che Londonderry Air (Danny Boy) sia una variante di The Young Man’s Dream. Questo brano è stato raccolto nel 1795/6 da Edward Bunting ascoltando l’arpista centenario Denis O’Hampsey. Bunting pubblicò poi una sua edizione per pianoforte nel primo volume stampato nel 1796, cambiando ritmo e modificando di molto anche l’aspetto melodico.
Questa mia versione è stata trascritta direttamente dal manoscritto 4.29 e si presume sia la versione più vicina a come effettivamente veniva suonata dagli ultimi arpisti della tradizione.

2. Carolan’s Planxsty Irwin 

Spesso agli arpisti venivano richiesti brani per elogiare personaggi importanti o i loro stessi mecenati. La loro vita di arpisti itineranti veniva sostenuta dai grandi proprietari terrieri e dai Signori. Per ricompensare l’ospitalità ricevuta ed elogiare queste figure l’arpista componeva dei brani in loro onore.
Questo brano ne è un esempio perché venne composto per il colonnello John Irwin di Tanrego House.

Turlough Carolan (1670-1738)

Bunting lo trascrisse ascoltando l’arpista Charles Byrne e ne stampò una sua versione per pianoforte nel volume del 1809.
Sappiamo che inizialmente aveva anche un testo cantato, difatti Patrick Linch ottenne le parole da Owen MacMurry di Killargy, County Leitrim.

Ecco la traduzione del primo verso dal gaelico irlandese all’inglese:

We will take our way without delay
To see a Noble, brave and gay,
The gallant Colonel near the sea,
Him I mean to treat of;
With mirth and joy he fills his glasses,
Delights to cheer both lads and lasses,
This is John I will answer,
The brave English Irelander.

3. Molly Nic Ailpín [Molly MacAlpin]

Ho trascritto questo brano dal manoscritto di John&William Neal “A Collection of the Most Celebrated Irish Tunes”, la prima pubblicazione irlandese che raccoglieva brani della tradizione stampata in una prima edizione a Dublino nel 1724.
Fu la prima stampa irlandese che raccoglieva brani della tradizione.
La maggior parte dei brani sono arie per arpa e canzoni, come questa dedicata alla donna della quale il compositore è innamorato.

Bunting, nella sua edizione stampata del 1840, lo attribuisce a William Connellan (1645-1700), un arpista irlandese della generazione prima di Turlough Carolan, fratello di Thomas, anch’egli arpista. I fratelli Connellan erano molto famosi all’epoca ed entrambi molto prolifici; si pensa che Thomas abbia composto almeno 700 brani ma purtroppo molta della loro musica è andata perduta.
Hardiman e Sullivan invece attribuiscono questa composizione a Turlough Carolan; sembra però che quest’ultimo l’abbia in realtà copiata, essendosene innamorato, dicendo che gli sarebbe piaciuto averla composta lui. Conosciamo infatti una composizione intitolata Carolan’s Dream che assomiglia molto a questo brano.

Il soggetto è sconosciuto ma il cognome è un anglicismo dal gaelico O hAilpin. Le parole del poema fortunatamente sono sopravvissute e qui sotto potete trovare la versione in gaelico irlandese con la traduzione inglese che sentite cantata da Claudia Anna.

‘Sí Molly an chúil chraobhaigh [do] mhearaigh is do bhuaidhreadh mé,
‘Sa samhail ní léir dhom sa tír so;

‘Sgur i seomra na séad a chomhnuigheas an spéirbhean,
Le’r cailleadh na céadta míle.

Lámh an oineadh is a réiteadh, croidhe geal na féile,
A sgcapa dá mba léithe an saoghal so;

‘Sgo bhfuil deallra ón ngréin ins a’ maighre gan chlaon,
Is ceo meala ar gach taobh dá nimthigheann sí.

Is deise ‘gus is breaghtha gach siolla dho mo ghrádhsa
Ná rós i ngáirdín pléisiúir;
A com atá mar a tsíoda bhán,
An maighre mná sí bhuaidhrigh mé.
Ba bhinne liom a lá bheinn ag cómhrádh le mo ghrádh
Ná ag ceartughadh dánta as Gaedhilge.
Seach a bhfuil mé a rádh: ‘sé mo chreach agus mo chrádh,
Mar a chonaic mé le dhá bhliadhain déag thú.

Dá ma liom an saoghail do allach is do mhian,
Is do do shamhail do mhnaoi do bhéurfainn,
Gur gille a dá chíoch ná an sneachta air a’ gcroibh
Is iad a ceapadh as ceart-lár a cléibhe.
An alladh gheall mhín ab fhearrghar taithneamh is gnaoi
Ar halluidh mine gléidhgeall;
‘S é mo léunsa nach mbím ‘mo lundubh ar a’ gcraobh,
Is ise ‘bheith fúdham mar a’ gcéirseadh.

It is Molly of the curling hair that has destroyed and saddened me,
And I know no equal to her image in this country;
And it is in the room of jewels that the beauty lives
For whom hundreds of thousands have been lost.
A hand of honour and reconciliation, a bright heart of generosity,
Who would give away, if it were hers, this very life;
And the shining of the sun in in this faultless maiden,
And a honeyed mist everywhere where she goes.

Lovely and more wonderful is every point of my love
Than a rose in a pleasure garden;
Her waist which is like white silk,
That stately woman who has tormented me.
Sweeter to me is a day when I would be talking to my love
Rather than working on poems in Irish.
In spite of all I am saying: it is my sorrow and my torment
The way that I have seen you for twelve years now.

If I were to own the whole world of cattle and wealth
It is to a woman who would be like you that I would give them.
Whose two breasts would be brighter than the snow on the branch
And they fashioned in the true centre of her bosom.
The bright gentle swan, best of charm and appearance
In fine shinging-bright halls;
It is my sorrow that I am not a blackbird on a branch,
And she to be a female blackbird below me.

Traduzione: Dónal O’Sullivan

4. Marbhna Óghain Uí Néill [Lament for Owen Roe O’Neill] 

Nonostante più fonti attribuiscano questo brano a Carolan, a me ha fatto sorgere dei dubbi.
L’ho trascritto dal manoscritto 4.29 e sono presenti delle alterazioni che non sono eseguibili con l’arpa antica irlandese. A volte basta toglierle e il brano funziona ugualmente, perché spesso sono aggiunte che Bunting ha inserito per rendere i brani più europei.
Purtroppo però togliendole il brano non funziona più a livello melodico, di conseguenza questa mia trascrizione è un intervento abbastanza forte per far sì che il brano possa essere suonato con questa arpa.

Tutto questo mi fa pensare che in realtà non sia un brano di Carolan, ma della tradizione; Carolan infatti non avrebbe potuto suonarlo su questa arpa.

Questo lamento è dedicato ad una figura molto importante per la storia dell’indipendenza irlandese: il generale Owen Roe O’Neill, stratega e genio della tattica militare fu l’unico generale dalla parte irlandese capace di tenere testa al condottiero inglese Oliver Cromwell.
La sua morte fu un duro colpo per gli irlandesi perché lasciò l’Irlanda in mano all’esercito inglese e per lui furono scritte numerose arie.
Anche questo brano ha delle parole in gaelico dedicate alla vita eroica del generale Owen Roe O’Neill, ma la versione di questo progetto è solo strumentale.

Owen Roe O’Neill

5. Bonny Portmore / Peggy Ní Shléibhín

Portmore è una vecchia dimora della famiglia O’Neill, una delle famiglie più antiche d’Irlanda. Questo bellissimo brano è dedicato proprio a questa antica dimora, purtroppo simbolo del declino della stirpe degli O’Neill.

Nel brano viene citata una quercia che nel 1760 a Portmore, vicino alle rive di Lugh Bege, venne abbattuta da un forte vento. Questa quercia, già famosa per il suo portamento, veniva chiamata “The Ornament Tree” ed è così che la ritroviamo in questi versi.

Questo canto simbolicamente vuole ricordare il declino dei lord irlandesi, ricordando la bellezza secolare della terra irlandese.

Anche questa mia trascrizione è stata presa dal manoscritto 4.29 e presenta al suo interno una parte solo strumentale estrapolata da un altro brano, sempre presente nello stesso manoscritto, intitolato Peggi Nì Leaven.

Si può pensare, vista la somiglianza tra i due, che Bonny Portmore sia la versione cantata, mentre Peggi Nì Leaven quella strumentale. È anche possibile che Peggi Nì Leaven sia la più antica perché il titolo è in irlandese, mentre di Bonny Portmore ci sono arrivate solo le parole in inglese che vi riporto qui di seguito:

O bonny Portmore, you shine where you stand,
And the more I think on you, the more I think long.
If I had you now as I had once before,
All the lords in old England, would not purchase Portmore.

O bonny Portmore, I am sorry to see
Such a woeful destruction of your ornament tree,
For it stood on your shore for many’s the long day
Till the long boats from Antrim came to float it away.

All the birds in the forest they bitterly weep
Saying, “Where shall we shelter or where shall we sleep?”
For the oak and the ash, they are all cutten down
And the walls of bonny Portmore are all down to the ground.

6. Miss Fanny Poer 

Questa è una delle composizioni più famose di Turlough Carolan ed è dedicata a Frances, la figlia ed erede di due patroni dell’arpista: David ed Elizabeth Power di Coorheen, Contea di Galway.
Carolan chiamava Frances “Il cigno della Riva” per il fatto che la residenza di suo padre era situata vicino al lago Riadh.

Come in tutti i brani presenti nel manoscritto 4.29 di Bunting, anche questo ha solo la linea melodica. In questa mia trascrizione mi sono permessa, nella seconda parte del brano, di dividere la linea melodica tra le due mani, in un piccolo botta e risposta.
Analizzando diversi brani di Carolan ci si trova di fronte a diverse situazioni simili in cui la linea melodica può essere divisa tra le due mani creando un interessante dialogo e rendendo ancora più scorrevole il brano.

Come molti brani di Carolan anche questo ha un testo cantato. La versione che ascolterete è però solamente strumentale, ma vi riporto comunque qui sotto la traduzione in inglese dal gaelico che vi potrà dare un’idea più precisa dell’atmosfera e della motivazione per cui è stata scritta:

I wish to speak of the gracious girl,
noblest and loveliest in face and character;
I was in the village on the shores of Loughrea,
I am gratefull that I happened to meet her.
May I not quit this life until I am energetically
dancing with joy at her wedding;
I denounce anyone who would ever ask a dowry with you,
beautiful young lady of the white hands.

This is the maiden beside the lake,
with men in their thousands dying for love of her;
‘tis Fanny is fairest in tresses and locks,
who excelled in grace and beauty.
Pleasant and accomplished is this lovely, spirited girl,
the heart’s desire of Ireland, the pretty tasteful beauty;
drink her health and do not fail
to toast Fanny, the daughter of David.

Traduzione: O’Sullivan Donal, and Mícheál Ó Súilleabháin. Bunting’s Ancient Music of Ireland.

7. Carolan’s Farewell to Music

Questo brano è l’ultimo brano composto da Turlough Carolan prima della sua morte, avvenuta nel 1738. Il titolo “Addio alla musica” vuole proprio essere un suo personale commiato dalla propria arpa e dai suoni che lo hanno accompagnato per tutta la vita.

Come ci racconta Donal O’Sullivan nel suo libro “Carolan, the Life, Times and Music of an Irish Harper”, verso la fine dei suoi giorni l’arpista tornò a far visita alla sua prima mecenate Mrs. MacDermott Roe.
Bussò alla sua sua porta e si annunciò dicendo “Sono tornato a casa per morire”. Ella lo accolse piangendo e gli preparò la stanza, fu in quel momento che il bardo chiamò il suo servo per avere con sé la propria arpa e compose questo ultimo brano.

Questa storia mi ha sempre affascinato moltissimo. Carolan che torna da colei che gli pagò gli studi e lo fece diventare un arpista, per poi andarsene da dove tutto ebbe inizio.
Anche il brano, verso la fine, presenta una discesa dalle note acute a quelle gravi e a me piace pensare che siano il simbolo di questa fine, di questo addio alla musica.

Questa versione è una trascrizione dalla pubblicazione “The Gentleman’s Musical Repository” di Charles P.F. O’Hara, edita nel 1813. Una raccolta di antiche e nuove arie scozzesi, irlandesi e gallesi trascritte per strumenti a fiato.
Mi interessava perché si discosta leggermente da quella più nota anche se non possiamo sapere se fosse la vera versione per arpa di questa melodia in quanto non è presente nei manoscritti di Bunting.

8. Seabhac na hÉirne [The Hawk of the Erne]

Questo bellissimo brano cantato è stato scritto in onore di una coppia di sposi: Charles O’Donnell di Newport e Katherine O’More della contea di Kildare e ne elogia le virtù e la bellezza.

La melodia è di Turlough Carolan anche se in realtà è una sua versione di una melodia più antica, Port Atholl, di Ruaidhri Dall Ó Catháin (1570 – 1650), arpista irlandese che visse gran parte della sua vita in Scozia.
È stata trascritta dal manoscritto di Bunting 4.33, fogli che lui usava come brutta copia per la sua prossima edizione per pianoforte.
Le parole in gaelico, invece, sono state collezionate da uno studioso di irlandese, Thaddeus Connellan (1775-1854), nella sua raccolta di arie irlandesi An Duanaire (Fonna Seanma) del 1829.

Questa trascrizione da Bunting e il canto in gaelico sono state insegnate, a me e a Claudia, da Eibhlís Ní Ríordáin durante la scuola estiva di arpa antica irlandese del 2019, a Kilkenny (Irlanda).

Ecco riportate le parole in gaelico irlandese e la loro traduzione in inglese:

Siúd í an féirín dea-mhná is áille,
Ó Chonair Uí Raghallaigh go Sléibhte Uí Mháille,
An rí-bhean óg is milse póg,
Ar Iníon Uí Mhórdha a thráchtaim.
Gaol na mbrí-bhfear láidir,
Is fada go leagfadh sí cíos ar cairde,
Planda an tséin is na réidh-bhfolt daite,
Is tú atáim a rá anois.

Nárbh aoibhinn don té a bheadh á caidreamh,
Gé ag na gcuachfholt fáinneach,
Siúr na ríthe aníos ó Theamhair,
‘Shíolraigh ó Chonall Chearnach.
Molaim tú féin an réim seo a ghlacadh,
Aon-mhic thapaidh Mhánais,
Seabhac na hÉirne is Bhéal Átha Seanaidh,
Is mian croí gach óg-mhná.

‘Sé an sneachta bhí i lár do chléibh a chloígh mé,
A chiúin-bhean bhéasach a réab na mílte,
Croí gan chruas tá lán den trua,
Agus líónta suas de chaoin-mhaith.
A ghile gan ghruaim gan mhístaid,
A mhilis-bhean uasal chaoimhiúil,
Rachad insan uaigh mar ba dual do m’aicme,
Mara dtige tú seal go dtí mé.

Tá a coim gléigeal mar an eala
Ag éirí insan snámh,
’S a folt craobh-glasa ag fás go talamh
’S a mbarr ag casadh i bhfáinní.
Thug sí barr scéimhe ar mhná na cruinne,
Ó Venus is ó Dheirdre,
‘Sé shílim féin gurb í réalt na maidine í,
’S go mbíonn gach duine i ngrá léi.

There is the gift of the most beautiful of women,
From Conor O’Reilly to the O’Malley mountains,
The regal woman of the sweetest kiss,
It is of the daughter of O’More I speak.
Relative of vigorous, strong men,
It would be a long time before she would take rent from friends,
Scion of happiness and the smooth colourful hair,
It is you I am speaking of now.

Wouldn’t it be blissful for the person who would be intimate with her,
The beautiful girl with the ringleted tresses,
Kinswoman of the kings of Tara,
Descended from Conall Cearnach.
I praise you for accepting this course,
Lively only son of Mánas,
The hawk of Lough Erne and Ballyshannon,
And every young woman’s heart’s desire.

It was the snow that was in the centre of your bosom that conquered me,
O quiet well-mannered woman, who broke asunder the thousands,
Heart without hardness, that is full of compassion,
And filled with gentle goodness.
O beloved, without sorrow, without ill-condition,
O sweet, noble gentle woman,
I will go into the grave, as is natural for my kind,
If you don’t come, for a while, to me.

Her pure white waist is like the swan,
Rising in the water,
And her flowing hair growing to the ground,
And the tips turning in rings.
She excelled the women of the world with her beauty,
From Venus and from Deirdre,
And I think myself that she is the morning star,
And that everyone is in love with her.

Traduzione dal gaelico irlandese: Eibhlís Ní Ríordáin © 2021

9. Slieve gCallann [Gallen Mountain] 

Questo interessante brano è stato riportato da Bunting nel manoscritto 4.29 ascoltando l’arpista Hugh Higgins (1737-1796) durante il Festival di Belfast nel 1792.
È una composizione dell’arpista Cornelius Lyons (1680-1750), famoso per i suoi brani a forma di variazione, come in uso all’epoca in Italia.

Bunting Collection – Queen’s University of Belfast

Questo brano è particolare interessante perché è presente la parte del basso, così come pensiamo venisse suonata, che ha la funzione di eco della melodia ma anche di risposta. In alcuni punti infatti è proprio la mano del basso a cantare e quella della melodia a sostenere.
La forma a variazioni inoltre ha uno sguardo verso il continente ma rimane fedele all’estetica gaelica, senza un’armonia precisa a sostenere l’interno brano.
Insomma, un piccolo gioiello. Quelle che ascoltate sono esattamente le note scritte nel manoscritto, non ho aggiunto niente.

10. Nelly an Chúil Chraobhaigh [Nelly of the Curly Hair] / Madam Keil

Molti di noi lo conoscono con il titolo Eleanor Plunkett, uno dei brani più famosi di Turlough Carolan inizialmente cantato, ma al giorno d’oggi si trova sempre più spesso solo la versione strumentale.

La prima parte in realtà è il brano intitolato Madame Keil, che si trova nel manoscritto 4.29 di Bunting e il titolo si riferisce proprio ad Eleanor, ma con il suo nome da sposata.
Sembra infatti che questa versione sia quella più strumentale dello stesso brano, mentre la versione che conosciamo come Eleanor Plunkett sia quella cantata.

Madame Keil è un brano molto particolare e, nella mia trascrizione che potete ascoltare in questo progetto, ho cercato di non aggiungere nemmeno una nota, in quanto anche qui è presente un’indicazione di come si muoveva il basso.

Bunting Collection – Queen’s University of Belfast

A seguire ascolterete Eleanor Plunkett ma in due versioni poco note, trascritte da due differenti manoscritti della collezione Bunting: il manoscritto 4.5 e il manoscritto 4.6. Entrambi furono usati da James Cody, studioso di irlandese a cui Bunting commissionò la ricerca e raccolta di arie irlandesi tra il 1805 e il 1810.

11. Seoithín Seó [Lullaby]

Il brano che chiude questo progetto è una ninna nanna che ci porta nel mondo del soprannaturale.
In tutta l’Irlanda ce ne sono numerose versioni, quella che vi presentiamo è della cantante tradizionale Brid Uì Chionnfhaolaidh, nel 1947, da parte del collezionista Liam de Noraidh.

Le parole del ritornello non hanno un significato in lingua gaelica, questo indica che l’aria è molto antica e per questo le viene attribuito un valore magico.

Si pensa che le ninne nanne, chiamate Suantrai, abbiano poteri magici e possano proteggere i bambini dal rapimento da parte dei Sì, esseri appartenenti al mondo fatato che risiedono sotto le colline irlandesi.

“Is tu mo leanbh” significa “Sei tu il mio bambino”

Cuirfidh mé féin mo leanbh a chodladh,
’S ní mar a chuirfeadh mná na mbodach:
I gcliabháinín ’s i mbairlín olla,
’S i gcliabhán óir ’s an ghaoth á bhogadh.

Seoithín seó leo leó ó;
Seoithín seó, is tú mo leanbh.
Seoithín seó leo leó thó;
Seoithín seó, is tú mo leanbh.

Cuirfidh mé féin mo leanbh a chodladh,
Lá breá gréine idir dhá Nollaig;
I gcliabhán óir ar urlár shocair,
Faoi bharra na gcraobh is an ghaoth á bhogadh

Codail a linbh ‘s ba chodladh slán dhuit
Is as do chodladh go dtugair do shláinte;
As do smaointe do chroí nár chráitear
Is nár ba bean gan mac do mháthair.

Ti ringrazio di cuore per avermi ascoltato.